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  EROS   
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              poesia erotica femminile in lingua inglese -
                             
               Asparago
                    bianco(Sujata
              Bhatt – India)
 Chi parla mai delle forti correnti
 che scorrono nelle gambe, nei seni
 di una donna incinta
 al quarto mese?
 È giovane, è la
                  sua prima voltaè 
                snella e la nausea è passata.
 La pancia comincia a farsi tonda
 i seni prudono tutto il giorno,
 ed è sorpresa
                  che quello che vuoleè 
                lui
 di nuovo dentro di lei.
 Oh vieni come un cavallo, vorrebbe dire,
 muoviti come un cane, un lupo,
 diventa un poppante cucciolo di leone.
 Vieni
                  qui, e qui, e qui,ma nuota veloce e non ti fermare.
 Chi
                  parla mai del verde utero noce di coccoi muscoli scoscesi, una profonda risacca
 e il verde latte di cocco che sigilla
 il suo pozzo, però scorre e la bagna
 al suo tocco più lieve?
 Chi
                  capisce la logicadietro questo desiderio?
 Chi parla della montante marea
 che risveglia
 il suo sangue che lentamente ingrossa?
 E la fame
 cruda ossessione che nasce
 dalla forma dell’asparago:
 bianco per mancanza di sole e venato di ombre porporine,
 ne compra tre chili
 di quelli grossi, più spessi di qualunque dito,
 ne accarezza le teste seriche
 alcune allegramente incappucciate...
 perfino l’odore la fa eccitare.
   Omaggio
                  ai miei fianchi (Lucille Clifton – USA/Africa)
                  questi
                  fianchi sono fianchi larghi hanno bisogno di spazio
 in cui girarsi.
 non ci stanno in piccoli
 spazi meschini. questi fianchi
 sono fianchi liberi.
 non vogliono essere trattenuti.
 questi fianchi non saranno mai schiavi,
 vanno dove vogliono andare
 fanno ciò che vogliono fare.
 questi fianchi sono fianchi possenti.
 questi fianchi sono fianchi magici.
 ho saputo che sono capaci
 di fare un incantesimo a un uomo
 e farlo girare come una trottola!
   Stile (Karen Alkalay-Gut – Israele)
 Con
                  tacchi alti che mi collocano il culo ad altezza cazzo come una gatta
 in calore che allunga le zampe
 per soddisfare chiunque venga
 e capelli ricci per farti venire in mente
 cosa puoi trovare
 giù in basso mi umetto le labbra
 in predisposizione labiale
 ombreggio gli occhi per quel sottomesso
 sguardo orgasmico
 e dico
 mi vesto
 per apparire
 presentabile.
   Conformazioni (Grace Nichols – Guyana/UK)
 Lui le assegna tutte le conformazioni
 Dell’Europa.
 Lei
              gli offre un’esplosione di pappagalli. Lui
                  le regala lisci capelli biondiE una bianca frenesia.
 Lei
                  gli dà lana nera. L’oscurità dei suoi frutti
              gemelli. Lui le dona uranio, platino, alluminioe concordia.
 Lei le sue “natiche Bantu”. Lui celebra la spina dorsale sotto la pelle di lei. Lei canta il suo alabastro e glielo accarezza.Lui fa come Colombo
 Che cade sulle rive intricate del suo frutteto riccio. Lei gli consegna di nuovo le Indie tutteMa questa volta chiude le lunghe gambe
 piano piano
 facendo della testa di lui il trono d’oro del suo impero.
   A
                  scoppio ritardato (Fleur Adcock – New Zealand)
 Vedi dall’alto l’uomo della porta accanto,
 da una finestra al piano di sopra, e ti ricorda
 il tuo ex: anche lui ha la chierica,
 questo lo avevi dimenticato. Visti dal basso
 non si somigliano affatto. La prossima volta che parli
 con l’uomo della porta accanto, sarà un sollievo
 scoprire che non sei attratta da lui.
 Dopo una settimana incontri il tuo exa una festa, dopo più di un anno che non lo vedi.
 Ti fa venire in mente (ma solo un poco)
 l’uomo della porta accanto. Ha la stessa pancetta
 del tuo vicino prima che facesse quella dieta.
 Ti ricordi di quanto lo detesti.
 Si comporta come se gli facesse piacere vederti.Quando vai via (un po’ prima
 di quanto avessi pensato, per scappare)
 ti dà un tipo di bacio che non è d’uso tra
                vicini
 e dice che ti chiamerà. E sembra deciso a farlo.
 Che strano! Ma è un vero sollievo
 scoprire che non sei attratta da lui.
 O forse lo sei? Altrimenti perchéquel nonsoché improvviso, una volta fuori
 all’aria? Perché mai le tue gambe saltellano
 allegre lungo il marciapiedi?
 Cosa ti sarà mai venuto in mente?
 Torni a casa maledicendo la chimica.
   Detto
              fra noi(Anne Stevenson – UK)
 Non credere
 che non lo sappia che quando mi parli
 la mano della tua mente
 senza farsene accorgere
 mi sfila le calze,
 e si muove cieca e intraprendente
 lungo la mia coscia.
 Non credere che non lo sappia
 che lo sai
 che tutto ciò che dico
 è un indumento.
   Ho
                  deciso di non innamorarmi (Ana Castillo – USA/Mexico)
 Mi
                  sono quasi innamorata di te, quasi, la mia mano abbandonata
 sul tuo glabro petto indio,
 così vicina ai miei orecchi e al cuore
 era la tua risata quando
 ti sei infilato gli stivali,
 sei scivolato fuori
 e io, avvolta nella coperta
 senza di te, ho dormito di nuovo sola,
 allora ho deciso di no,
 di no, di no.
   I
                  gatti come gli angeli (Marge Piercy – USA)
 I
                  gatti come gli angeli dovrebbero essere magri;i maiali e i cherubini dovrebbero essere grassi.
 La gente sta di solito nel mezzo, un nodo
 d’osso che sporge dal ginocchio che vorresti
 imbottire, un rotolo di ciccia che s’affaccia
 alla cintura. Ti autopunisci,
 una di quelle palle di gomma che hanno i bambini
 che rimbalzano sempre sulla
 paletta, ripicchiando sulla stessa superficie.
 Vorresti essere snella e liscia
 come una saetta.
 Quando ero giovane
 amavo uomini spinosi con ghigni ascetici
 tutti gomiti e parole e cartilagini
 costoluti come chiglie grigio-nebbia sulla riva,
 facce taglienti che accecano
 come lame lucenti, menti
 rivolti al saccheggio come prore Egee.
 Ora cerco uomini le cui pance serene mostrano piacere per la carne e per la tavola,
 uomini che vengono in cucina
 e si siedono, che non pensano che pelando patate
 gli diventi piccolo; uomini con dita
 larghe e palle violette come fichi,
 uomini con rughe sgualcite e l’aspetto
 stropicciato adatto ai letti recentemente
 usati bene.
 Non ci è richiesto
 di sembrare dei quattordicenni malnutriti
 malgrado quello che impone
 la moda. Tu sei fatto per tirare un carretto,
 per sollevare un carico pesante e reggerlo,
 e trascinarlo lungo la salita, e sono così
 anch’io, corpi contadini, rustici, solidi
 belle pentole d’argilla scura che sopportano
 bene il fuoco. Quando mettiamo le pance
 insieme non facciamo rumori metallici
 rimbalziamo sulla tappezzeria buona.
 (traduzioni di Loredana Magazzeni e Andrea Sirotti)
 IN LINGUA ORIGINALE:
 White
                  Asparagus (Sujata Bhatt – India)
 Who speaks of strong currentsstreaming through the legs, the breasts
 of a pregnant woman
 in her fourth month?
 She’s young, this is her first time,she’s slim and the nausea has gone.
 Her belly’s just starting to get rounder
 her breasts itch all day,
 and she’s surprised that what she wantsis him
 inside her again
 Oh come like a horse, she wants to say,
 move like a dog, a wolf,
 become a suckling lion-cub -
 Come here, and here, and here –but swim fast and don’t stop.
 Who speaks of the green coconut uterusthe muscles sliding, a deeper undertow
 and the green coconut milk that seals
 her well, yet flows so she is wet
 from his softest touch?
 Who understands the logicbehind this desire?
 Who speaks of the rushing tide
 that awakens
 her slowly increasing blood – ?
 And the hunger
 raw obsession beginning
 with the shape of the asparagus:
 sun-deprived white and purple-shadow-veined,
 she buys three kilos
 of the fat ones, thicker than anyone’s fingers,
 she strokes the silky heads
 some are so jauntily capped...
 even the smell pulls her in–
 Homage to my Hips
 (Lucille Clifton – USA/Africa)
 these hips are big hips they need space to
 move around in.
 they don't fit into little
 petty places. these hips
 are free hips.
 they don't like to be held back.
 these hips have never been enslaved,
 they go where they want to go
 they do what they want to do.
 these hips are mighty hips.
 these hips are magic hips.
 i have known them
 to put a spell on a man
 and spin him like a top!
 Style
 (Karen Alkalay-Gut – Israele)
 With high heels that place my ass prick level like a cat
 in heat stretching out her toes
 to accommodate whoever comes
 and curled hair to remind you
 of what it feels like
 down there I wet my lips
 in labial readiness
 shade my eyes for that overwhelmed
 orgasmic look and say
 I dress up
 to appear
 presentable.
 Configurations
 (Grace Nichols – Guyana/UK)
 He gives her all the configurationsof Europe.
 She gives him a cloud burst of parrots.  He gives her straight blond hairsand a white frenzy.
 She gives him black wool. The darkness of her twin fruits.  He gives her uranium, platinum, aluminiumand concorde.
 She gives him her 'Bantu buttocks.'  He rants about the spine in her skin.  She croons his alabaster and scratches him. He does a Columbus –
 falling on the shores of her tangled nappy orchard.  She delivers up the whole Indies againBut this time her wide legs close in
 slowly
 Making a golden stool of the empire of his head.
 Double-Take
 (Fleur Adcock – New Zealand)
 You see your next-door neighbour from above,from an upstairs window, and he reminds you
 of your ex-lover, who is bald on top,
 which you had forgotten. At ground level
 there is no resemblance. Next time you chat
 with your next-door neighbour, you are relieved
 to find that you don’t fancy him.
 A week later you meet your ex-loverat a party, after more than a year.
 He reminds you of (although only slightly)
 of your next-door neighbour. He has a paunch
 like your neighbour’s before he went on that diet.
 You remember how much you despise him.
 He behaves as if he’s pleased to see you.When you leave (a little earlier
 than you’d intended, to get away)
 he gives you a kiss which is more than neighbourly
 and says he’ll ring you. He seems to mean it.
 How odd! But you are quite relieved
 to find that you don’t fancy him.
 Unless you do? Or why that suddensomething, once you get outside
 in the air? Why are your legs prancing
 so cheerfully along the pavement?
 And what exactly have you just remembered?
 You go home cursing chemistry.
 Sous-Entendu
 (Anne Stevenson – UK)
 Don't think  that I don't knowthat as you talk to me
 the hand of your mind
 is inconspicuously
 taking off my stocking,
 moving in resourceful blindness
 up along my thigh.
 Don't thinkthat I don't know
 that you know
 everything I say
 is a garment.
 I Decided Not to Fall in Love
 (Ana Castillo – USA/Mexico)
 I almost fell in love with youalmost, my hand fell across
 your clean indio chest,
 that close to my ears and heart
 were your laughter when
 you pulled on your boots,
 slipped out
 and I, wrapped in wool
 without you, slept alone again,
 I decided then not to,
 not to, not to.
 Cats like Angels
 (Marge Piercy – USA)
 Cats like angels are supposed to be thin;pigs like cherubs are supposed to be fat.
 People are mostly in between, a knob
 of bone sticking out in the knee you might
 like to pad, a dollop of flab hanging
 over the belt. You punish yourself,
 one of those rubber balls kids have
 that come bouncing back off their own
 paddles, rebounding on the same slab.
 You want to be slender and seamless
 as a bolt.
 When I was a girl
 I loved spiny men with ascetic grimaces
 all elbows and words and cartilage
 ribbed like cast up fog-grey hulls,
 faces to cut the eyes blind
 on the glittering blade, chins
 of Aegean prows bent on piracy.
 Now I look for men whose easy belliesshow a love for the flesh and the table,
 men who will come in the kitchen
 and sit, who don't think peeling potatoes
 makes their penis shrink; men with broad
 fingers and purple figgy balls,
 men with rumpled furrows and the slightly
 messed look at ease of beds recently
 well used.
 We are not all supposed
 to look like undernourished fourteen year
 old boys, no matter what the fashions
 ordain. You are built to pull a cart,
 to lift a heavy load and bear it,
 to haul up the long slope, and so
 am I, peasant bodies, earthy, solid
 shapely dark glazed clay pots that can
 stand on the fire. When we put our
 bellies together we do not clatter
 but bounce on the good upholstery.
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              - - - - -  Eros:
              un viandante meticcio alla mia porta Per
                  un approccio multiculturale alla poesia erotica femminile di
              lingua inglese. Forse è vero,
                  l’amore ci salverà. Un amore che non guarda alla
                  forma degli occhi o al colore della pelle. Le radici rizoma,
                  le mangrovie della multiculturalità e del meticciato,
                  così bene descritte dallo scrittore antillano Eduard
                  Glissant, prenderanno corpo, assumendo la forma di braccia
                  anglosassoni, natiche bantu, profili indiani in un abbraccio
                  chicano o israeliano, neozelandese o afroamericano.L’apertura all’altro come accoglimento della persona
                intera passerà attraverso le forche caudine del desiderio
                amoroso e “in questi stretti”, come scriveva John
                Donne, non c’è teoria che tenga né ritorno.
                Qui la teoria prende casa.
 In molti degli abbracci descritti da queste poesie avviene quello
                scambio gioioso, ma anche terribile, di doni, che è la
                firma migliore di ogni dichiarazione no-global: “Lui
                le regala lisci capelli biondi/e una bianca frenesia.//Lei gli
                dà lana
                nera.” (Configurations di Grace Nichols): reso inerme dal
                desiderio, ciascuno di noi sveste ruoli, provenienze geografiche,
                nazionalità. Ognuno è ridotto al grado zero, alla
                nuda realtà del proprio essere.
 La parità mondiale avrà nome eros. L’erotismo
                varca frontiere e barriere off limits, infrangendo regole e stereotipi,
                gabbie e recinti. A cominciare dalla prigione dorata del corpo
                femminile occidentale, ossificato in quello che la scrittrice
                marocchina Fatema Mernissi definisce l’harem dell’Occidente,
                la costrizione della taglia 42, cui l’afroamericana Lucille
                Clifton oppone l’esaltazione e la morbidezza dei fianchi
                larghi (Homage to my Hips).
 O respingendo il tabù di una gravidanza che impedisce
                il desiderio, quel desiderio che invece prende forma “in
                una donna incinta/al quarto mese” (White Asparagus), come
                ci suggerisce la poetessa indiana Sujata Bhatt, proprio da quel
                corpo che magnifica la sua potenza erotica perché modificato
                e abitato.
 La poesia erotica femminile di lingua inglese è un passaporto
                per il futuro. Ci salva dalla noia, dalla tristezza. E’ una
                poesia solare, sana, antiaccademica, geniunamente popolare. E’ soprattutto
                una poesia che non ha paura di aprire porte e camere da letto,
                di cambiare aria, di lavare pubblicamente e allegramente i panni
                sporchi, di essere gioiosa sì, gioiosa, e in più ironica
                ed irriverente.
 La poesia erotica delle donne media per noi la mancanza di sguardo
                del desiderio femminile nella società occidentale. Prive
                di icone totemiche del desiderio, a differenza dei maschi, mutilate
                nello sguardo (il corpo maschile non si dà mai pubblicamente
                nudo, ma vestito, come ombra, accessorio di un potere che risiede
                altrove, nell’intelligenza, nella ricchezza, nello status),
                le donne che scrivono di eros in poesia rendono ora pubblicamente
                per la prima volta testimonianza del loro desiderio.
 Mercificazione della bellezza e corpo oggetto non le riguardano,
                e non perché siano più pudìche o più virtuose
                dei loro coetanei di sesso maschile. Il tabù del desiderio è senz’altro
                meno imperioso nelle culture anglosassoni, dove l’ossessione
                della negazione del corpo, che caratterizza invece la cultura
                cattolica, è meno invasiva.
 Per secoli il desiderio si è strutturato nella mancanza,
                nell’assenza, caratterizzandosi per quella inestinguibilità che
                lo caratterizza e che pure è uno dei topoi originari della
                nostra tradizione lirica.
 Cresciuto e maturato nella mancanza, esso ha avuto in sorte di
                essere socialmente accettato solo nella dimensione del tempo,
                cioè come progetto d’amore, e quindi come matrimonio,
                lasciando all’eros, per lo più maschile, il compito
                e il privilegio di potersi spendere in un qui ed ora, spesso
                di caccia e di rapina, rendendo secondaria la dimensione temporale
                dell’attesa e quella culturale della relazione.
 Anche quando l'erotismo, come spesso accade nella vita, è scombinato,
                eccessivo, distonico, sembra che la donna riconquisti una propria
                capacità di gestirlo, di viverlo (o scegliere di non viverlo)
                da protagonista, una capacità consapevole e non subordinata,
                come in I Decided not to Fall in Love di Ana Castillo o in Double-Take                di Fleur Adcock
 Il canone occidentale ha marchiato il coinvolgimento del corpo
                e dell’esperienza amorosa in poesia con l’attributo
                di genere (femminilità, omosessualità), siglando
                un destino di incomunicabilità fra uomo e donna che per
                molti poeti e poetesse ha avuto una marca tragica (suicidio,
                follia). Ben vengano dunque i ritratti di coppie serene, tenute
                insieme dal collante dell’erotismo e dalla sensualità come
                quello di Marge Piercy (Cats like Angels)
 Ben venga dunque a noi l’allegra noncuranza, l’inaspettato
                irrompere del corpo nelle scritture a noi straniere, oggi non
                più straniere, vista l’enorme importanza intraculturale
                che ha assunto il ruolo della traduzione e la passione che muove
                molti di noi ad accostarsi in modo autentico, empatico, gioioso
                alle culture del mondo altro.
 Con l’allegria del desiderio irrompe finalmente a casa
                nostra Eros, il viandante per eccellenza, colui che come ognuno
                di noi cerca sempre una casa, senza mai trovarla.
 Loredana
                  MagazzeniAndrea Sirotti
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 BIOGRAFIE
                DELLE AUTRICI: Fleur
                Adcock è nata a Papakura, Nuova Zelanda, nel 1934
                ma ha trascorso gli anni della guerra in Inghilterra. Al suo
                ritorno si è laureata all’Università di Wellington
                nel 1955. Ha successivamente lavorato all’Università di
                Otago, Dunedin e in diverse biblioteche in Nuova Zelanda e successivamente
                a Londra, dove attualmente vive. Sebbene abbia scritto poesie
                sin dall’infanzia, la prima raccolta, The Eye of the
                Hurricane,
                fu pubblicata soltanto nel 1964. Tra le seguenti raccolte ricordiamo
                Tigers (1967), High Tide in the Garden (1971), The
                Scenic Route                (1974) e The Inner Harbour (1979).
                In 1982 ha curato The Oxford Book of Contemporary New Zealand
                Verse e nel 1983 sono usciti
                i Selected Poems, e le traduzioni in versi delle poesie latine
                medievali, The Virgin and the Nightingale.
 Karen
                    Alkalay-Gut è nata a Londra e cresciuta a Rochester,
                New York. Dal 1972 vive in Israele dove insegna poesia all’università di
                Tel Aviv. Alkalay-Gut presiede l’associazione israeliana
                di scrittori in lingua inglese ed è vice presidente dell’unione
                degli scrittori israeliani. Fa parte della redazione della Jerusalem
                Review. Quattro suoi libri di poesie sono anche apparsi in traduzione
                ebraica. È anche traduttrice dall’ebraico, dallo
                yiddish, dal tedesco, e dall’arabo. I suoi attuali interessi
                sono la poesia americana moderna e contemporanea e la musica
                rock. Sujata
                    Bhatt, è considerata una delle voci più innovative
                della poesia contemporanea in lingua inglese. Nata nel 1956 ad
                Ahmedabad (India) ha vissuto e studiato negli Stati Uniti. Attualmente
                vive a Brema, in Germania. Le sue poesie sono state pubblicate
                in Inghilterra (da Carcanet) e in India (da Penguin). Le sue
                opere comprendono: Brunizem (1988), Monkey Shadows (1991), The
                Stinking Rose (1995). Del 1997 è la raccolta antologica
                Point no Point. Nel marzo 2000 è uscita, sempre per Carcanet,
                il suo ultimo volume, Augatora. La sua produzione poetica ha
                avuto ampi riconoscimenti sia in India che in Gran Bretagna,
                tra cui, nell’1988 il Commonwealth Poetry Prize (Asia)
                e l’Alice Hunt Bartlett Award. Alcune sue poesie sono state
                tradotte in italiano su numerose riviste e sono incluse nell’antologia
                L’India dell’anima curata da Andrea Sirotti per Le
                Lettere (2000). A Better Colour for Solitude, la sua ultima raccolta, è uscita
                nel maggio 2002. Ana
                    Castillo è una importante scrittrice e traduttrice
                chicana residente negli Stati Uniti. Le sue poesie e racconti
                sono apparsi su numerose riviste a antologie e sono stati oggetto
                di numerosi interventi critici e hanno ricevuto molti prestigiosi
                premi. La sua produzione comprende "I Ask The Impossible" (poesie), "My
                Daughter, My Son, The Eagle, The Dove" un romanzo per bambini
                che ha ricevuto nel 2000 il premio Children’s and Young
                Adult Literature Commended Title, "Peel My Love Like An
                Onion" (romanzo) nominato per il Dublin Prize nel 2000, "So
                Far From God" and "Sapogonia" (romanzi) entrambi
                premiati con il New York Times Notable Book mention nel 1994..
                Attualmente, Castillo insegna alla De Paul University di Chicago.  Lucille
                    Clifton, una delle più stimate poetesse americane
                viventi è nata a Depew nello stato di New York. Le sue
                raccolte poetiche comprendono Blessing the Boats: New and
                Selected Poems 1988-2000 (2000), che ha ottenuto il National
                Book Award;
                The Terrible Stories (1995), nominato per il National
                Book Award;
                The Book of Light (1993); Quilting: Poems 1987-1990 (1991); Next:
                New Poems (1987); Good Woman: Poems and a Memoir 1969-1980 (1987),
                nominato per il premio Pulitzer; Two-Headed Woman (1980),
                vincitore del Juniper Prize dell’Università del
                Massachusetts;
                An Ordinary Woman (1974); Good News About the Earth (1972);
                e Good Times (1969). Tra le sue opere in prosa citiamo
                l’autobiografia
                Generations: A Memoir (1976) e numerose storie per l’infanzia. È stata
                poeta laureata dello stato del Maryland ed è attualmente
                Distinguished Professor al St. Mary's College of Maryland. Grace
                    Nichols è nata a Georgetown, Guyana, nel 1950 ed è cresciuta
                in un piccolo villaggio sulla costa guyanese. Ha lavorato come
                insegnante e giornalista e, dopo essersi laureata in scienza
                della comunicazione all’università della Guyana,
                ha vissuto a lungo nelle aree rurali più remote di quel
                paese. Vive nel Regno Unito dal 1977. La sua prima raccolta di
                poesie, I is a Long-Memoried Woman, è uscita nel 1983.
                Il libro si aggiudicò il prestigioso Commonwealth Poetry
                Prize e un film tratto da quel testo ottenne la medaglia d’oro
                all’International Film and Television Festival di New York.
                Le seguenti raccolte poetiche includono The Fat Black Woman's
                Poems (1984), Lazy Thoughts of a Lazy Woman (1989), e Sunris                (1996). A quella di poeta, Nichols affianca una ricca produzione
                di romanzi e libri per l’infanzia, ispirati soprattutto
                dal folklore della Guyana e dalle leggende Amerindie. Il suo
                libro per ragazzi più recente è The Poet Cat (2000).Vive
                in Inghilterra con il suo compagno, il poeta John Agard. Marge
                    Piercy, nata a Detroit nel 1936 da una
                  famiglia operaia di umili origini, ha studiato alle Università del Michigan
                e dell’Illinois. La madre, di religione ebraica, la incoraggia
                alla lettura e alla scrittura. Piercy è sempre stata una
                poetessa impegnata per le cause sociali e politiche e ha combattuto
                per i diritti delle minoranze oppresse e delle donne. È una
                scrittrice straordinariamente prolifica con all’attivo
                dodici romanzi e numerosi volumi di poesia tra cui My Mother's
                Body (1985), Available Light (1988), The Earth
                Shines Secretly: A Book of Days (1990), Mars and Her
                Children (1992) e What Are
                Big Girls Made Of? (1997) e i più recenti The
                Art of Blessing the Day: Poems with a Jewish Theme (1999) e Early
                Grrrl: The Early Poems of Marge Piercy (1999),. Ha scritto anche opere teatrali,
                saggi e ha curato l’antologia Early Ripening: American
                Women's Poetry Now (1987).  Anne
                    Stevenson è nata nel 1933 a Cambridge (UK) da famiglia
                americana. Suo padre era il filosofo C.L. Stevenson. È cresciuta
                nel New England e ha studiato musica e lingue all’università del
                Michigan. È tornata in Gran Bretagna nel 1954 e vive attualmente
                in Galles. Ha pubblicato dieci raccolte poetiche: i Selected
                Poems 1956-1986 sono usciti nel 1987 e i Collected Poems, per
                Oxford nel 1996 e per Bloodaxe nel 2000. Importante anche per
                la sua attività di critica e biografa, ha pubblicato uno
                studio su Elizabeth Bishop e una influente biografia di Sylvia
              Plath, Bitter Fame, 1989    
 
 
 
 
 
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