PRIMA DEL PONTE RIO-NITERÓI


Clarice Lispector

Dunque.
Suo padre era l'amante, con quel suo fermacravatta, l’amante, dicevo, della moglie del medico che aveva in cura la figlia, voglio dire, la figlia dell'amante. E tutti lo sapevano, e la moglie del medico appendeva alla finestra un asciugamano bianco per dire all'amante che poteva entrare, oppure un asciugamano colorato e così non entrava.
Ma sto facendo confusione o forse è la faccenda che è così complicata che, se mi riesce, cercherò di sbrogliarla. Le loro realtà sono inventate. Scusatemi perché oltre a raccontare i fatti mi piace anche fantasticarci sopra e ciò che sogno lo scrivo qui, da buon scriba per destino che sono. Io immagino la realtà. Ma questa storia non è farina del mio sacco. Piuttosto è il frutto di chi ne sa più di me, che sono una persona umile. Ebbene, alla figlia andò in cancrena una gamba e dovettero amputargliela. Questa Jandira, di diciassette anni, piena di vita più di un giovane cavallo e con dei capelli meravigliosi, era fidanzata. Ma appena il fidanzato vide quella strana figura con le stampelle, tutta allegra, ma un'allegria che egli non capì esser patetica, beh, appunto, il fidanzato ebbe il coraggio di rompere semplicemente e senza sensi di colpa il fidanzamento, perché lui non ne voleva proprio sapere di un’handicappata. Tutti, compresa la madre sofferente della ragazza, supplicarono il fidanzato affinché fingesse di amarla ancora, il che - gli dicevano- non era così terribile, perché la cosa sarebbe andata avanti ancora per poco tempo.
E infatti tre mesi dopo - come se si fosse compiuta la promessa di non esser di peso alle deboli idee del fidanzato - solo tre mesi dopo morì, bella, coi capelli sciolti, inconsolabile, attaccata ai ricordi del fidanzato e spaventata dalla morte come un bambino ha paura del buio: la morte è oscura. O forse no. Non lo so com'è, non sono ancora morta e neanche dopo la morte lo saprò. Chissà se è così buia. Forse è tutta un bagliore. La morte intendo.
Il fidanzato, che si chiamava Bastos di cognome, a quanto pare abitava con una donna già al tempo in cui la fidanzata era in vita. E così continuò a stare con questa, incurante di tutto.
Bene, questa donna piena di passione un giorno si ingelosì. Ed era pure una donna istruita. Non posso trascurare dei dettagli crudeli. Ma dove sono rimasta, ché mi son persa? E' meglio se vado a capo, con un rigo e un paragrafo nuovo, per cominciare meglio.
Dunque. La donna si ingelosì e mentre Bastos stava dormendo versò tutta l'acqua bollente della teiera nell'orecchio di lui, il quale ebbe solo il tempo di urlare prima di svenire, un urlo che potremmo immaginare come il peggior grido che poteva emettere, un grido di fiera. Bastos fu portato all'ospedale, sospeso tra la vita e la morte, l’una in lotta feroce con l’altra.
Questa donna virile, che si chiamava Leontina, scontò poco più di un anno di prigione. Da dove poi uscì per raggiungere - indovinate chi? Beh, tornò da Bastos. A quel tempo un Bastos rinsecchito, e, ovviamente, sordo per sempre, proprio lui che non sopportava i difetti fisici.
E che successe? Ovvio, tornarono a vivere insieme, e fu amore per sempre.
Mentre succedeva questo, la ragazzina di diciassette anni era già morta da molto tempo, lasciando il suo ricordo solo alla madre disgraziata. E se mi è venuta in mente la ragazzina proprio ora è perché per lei provo un grande affetto.
È qui che entra in gioco il padre, come se non fosse successo niente. Continuò ad essere l'amante della moglie del medico che si era occupato di sua figlia con devozione. La figlia, cioè, dell'amante. E tutti lo sapevano, anche il medico e la madre della defunta ex-fidanzata. Credo di essermi persa di nuovo, è tutto un po' confuso, ma che ci posso fare?
Il medico, nonostante sapesse che il padre della ragazzina era amante di sua moglie, si era preso molta cura della fidanzatina, spaventata più che altro dal buio di cui ho parlato. La moglie del padre - quindi madre dell'ex-fidanzatina - era a conoscenza delle eleganze adulterine del marito che portava l'orologio d'oro nel panciotto, un anello che era un gioiello e la spilla di brillanti alla cravatta. Era un negoziante benestante, come si dice, e la gente rispetta e saluta calorosamente i ricchi, i vittoriosi, non è così? Lui, il padre della ragazza, era vestito con un completo verde e indossava una camicia rosa a righine. Come lo so? Beh, lo so e basta, come lo sanno coloro che hanno una immaginazione premonitrice. Lo so, ecco.
Non posso dimenticare un dettaglio. È il seguente: l'amante aveva un dente d'oro ben visibile, per puro lusso. E puzzava d'aglio. Tutto intorno a lei sapeva di aglio puro, ma l'amante non gli dava importanza, all'epoca voleva solo avere un amante, con o senza odore di cibo. Come lo so? Lo so.
Non so invece che fine abbiano fatto queste persone, non ho più avuto loro notizie. Si saranno persi? Beh, è una storia antica e forse ormai qualcuno di loro sarà morto. L'oscura, oscura morte. Io non voglio morire.
Aggiungo un dato importante e che, ma non so perché, spiega l'origine maledetta di tutta la storia: è successo tutto a Niterói, con le tavole del molo sempre umide e annerite, le barche che vanno e vengono. Niterói è un luogo misterioso e probabilmente ci saranno case vecchie, oscure. E là può succedere che l’acqua bollente vada a finire nell'orecchio di un amante? Non lo so.
Che fare di questa storia che è successa quando il ponte Rio-Niterói non era più di un sogno? Non so nemmeno questo, la regalo a chi la vuole, ne sono stufa. Fin troppo. A volte la gente mi dà la nausea. Poi mi passa e torno di nuovo ad essere curiosa e un’attenta osservatrice.
Tutto qui
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(Traduzione di Julio Monteiro Martins)


Clarice Lispector


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