Dove stava andando



William Burroughs





Cucina di una fattoria, tapparelle abbassate, armi appoggiate agli angoli. Piatti e bicchieri sono stati tolti per far spazio a delle cartine stradali.
Quattro uomini sono chini sulle mappe. Vi è una certa somiglianza nei volti. Le lampade al kerosene gettano una luce tremolante sugli zigomi e le labbra, sugli occhi stanchi ma vigili.
"Sono sicuro che qui ci saranno dei posti di blocco, e anche qui… "
Ishmael versa una generosa dose di whisky in un bicchiere sporco.
"Non potremmo nasconderci qui?"
"Se ce ne andiamo via, non ci scopriranno. Altrimenti potrebbero circondare la zona e perquisire ogni casa."
"Giusto."
"Proviamo da questa parte."
E all'istante gli sovvenne che sarebbe morto. Non "prima o poi" - questo lo sapeva già, ovviamente, tutti loro lo sapevano - ma quella stessa notte. Il pensiero si presentò in un soffio, come il vento che fa tremolare una candela, e una febbricitante, cupa paura lo colpì come un cazzotto nello stomaco. Si piegò leggermente in due, appoggiandosi allo schienale di una sedia.
È sempre così, dice a sé stesso: la paura e poi un accesso di coraggio, e la netta, dolce sensazione di rinascere. Lo aveva letto da qualche parte, in un vecchio romanzo western… ma la paura può crescere a dismisura finché non la reggi più e stai per cedere, e in quel momento svanisce - così speri.
"Andiamo", dice con voce gracchiante.
Si domanda se gli altri sono altrettanto terrorizzati quanto lui - la pistola nelle sue mani sembra goffa e pesante, ha un che di alieno, di malvagio - è ovvio che lo sono, ma non ne parli affatto. Scatto di cani e caricamento dei fucili.
Sono in auto adesso‚ si chiudono le portiere. Egli sta seduto accanto allo sportello sul lato destro. La strada è piena di buche, di solchi profondi, pozzanghere un po' ovunque. Speriamo in Dio di non rimanere bloccati - attraversano il bosco sapendo di essere accerchiati dagli agenti investigativi.
"FERMO! Spegni i fari!"
Rumore di motore a scoppio… sta sopraggiungendo un'altra auto. Si avvicina, la luce dei fari oltrepassa la curva di una strada stretta, tra alberi d'alto fusto.
Ishmael esce fuori‚ lentamente‚ i piedi sono blocchi di legno; si mette in mezzo alla strada con le mani sollevate. L'auto si arresta scoppiettando. Un vecchio con i capelli grigi se ne sta dietro il volante. Si avvicina con passo lento e gli mostra una tessera.
"FBI"
Le labbra di Ishmael sono intorpidite. Quello non è un distintivo da agenzia di pegni; è una copia perfetta dell'originale, con tanto di foto e scheda personale. È stato fatto da un falsario di Toronto. Costo 150 dollari.
Il vecchio ha l'espressione assente.
"Stiamo cercando dei rapinatori. Si nascondono da queste parti. Lei vive qui da molto tempo?"
"Quarant'anni."
"Conosce la zona, allora."
Tira fuori una carta stradale. "Abbiamo istituito dei posti di blocco qui, qui e qui. Ci sono altre vie di fuga che lei sappia?"
"Certo. Proprio da qui parte la vecchia carreggiabile. È un po' accidentata, ma potrebbero farcela ugualmente. Va a sbucare sulla provinciale 52. Sì, penso che potrebbero farcela."
"Se la sua informazione si rivelerà utile, le spetterà una ricompensa di 500 dollari." Gli allunga un biglietto. "Chiami la stazione di polizia di Tulsa."
"Lo farò, certo che lo farò." Il vecchio prosegue la sua corsa.
L'automobilista scruta la mappa alla luce dell'abitacolo: "Mancano poco più di cinque miglia alla strada secondaria."
Il vecchio al telefono: "Esatto, si è spacciato come agente federale".
Ishmael rammenta le parole del vecchio dottor Benway: "Ti trovi sempre faccia a faccia con la morte, e arrivato il momento sei immortale".
Un procione attraversa la strada; illuminati dai fari gli occhi brillano di un verde lucente, con andatura lieve s'infila nel bosco - improvvisa e impetuosa sopraggiunse una perversa sensazione di vuoto e il procione sgusciò via sfiorandone i contorni: "Me ne vado in Messico… ci sono già stato… unico modo per vivere… ho cinque bigliettoni nascosti in saccoccia… mi spingo un bel pezzo in giù… ".
Di nuovo la paura gli comprime il torace, come una soffice morsa che strizzi fuori l'aria - avverte il peso della rivoltella nelle mani, sa che non potrebbe sollevarla. Tutte le sue energie si stanno esaurendo, fuggendosene via a ondate d'intenso dolore.
Si accostano al ciglio della strada. Una luce gli si conficca negli occhi e il suo cervello esplode in un bagliore bianco ed è liberooo, spalanca la portiera, gettandosi nel vuoto, il parabrezza esplode in mille frammenti gialli e Tom si getta una mano sul volto.
Avverte un'insolita leggerezza ai piedi, l'automatica nelle sue mani pare un'arma di sogno, tant'è leggera.
Un agente molto giovane - e bacchettone figlio di puttana, anche - gli si lancia ai piedi con il fucile spianato. "Animali!" gli ha sempre detto il suo collega, non sono altro che animali! e non te lo dimenticare.
"Sta' attento, perdio!" urla l'agente.
E Ish conficca tre calibro 45 nel giovane e smilzo torace del ragazzo a tre centimetri di distanza l'uno dall'altro. Ci sa fare, lui.
"È uno strumento", gli aveva detto Kelly il Mitragliere. "Suonalo!"
Si dev'essere appisolato in macchina. Un altro sogno con sparatoria. Hanno guidato tutta la notte, oramai a casa, sani e salvi; sono ora diretti verso una vallata, tira un vento tiepido, si sente l'odore dell'acqua.
"Thomas e Charlie."
"Cosa?"
"Il nome di questo villaggio." Ish si ricorda di Thomas e Charlie. Da qui ci si incammina per tre chilometri fino al passo. Ricordi di Città del Messico e della sua prima sigaretta grifa. Gli era piaciuto da matti, percorrendo il Niño Perdido, e dappertutto vede teschi di zucchero e fuochi d'artificio e bambini che affondano i denti nei teschi.
"Día de los Muertos"‚ gli dice un ragazzino e sorride, mostrando i denti bianchi e le gengive rosse. Molto bianchi. Molto rosse. Di un bianco e di un rosso insoliti, e pensa, Perché no? L'ho già fatto al riformatorio.
Il ragazzino ha una gardenia dietro l'orecchio. Indossa una maglietta di cotone bianca immacolata e pantaloni che gli arrivano alle caviglie e calza un paio di sandali. Odora di vaniglia - Ish era solito berla al riformatorio. Il ragazzino capisce. Conosce un lugar. Si fermano ad osservare due girandole che ruotano in direzioni opposte… si rammenta del senso di fluttuazione e di nausea che ebbe nel guardarle, come trovarsi dentro un ascensore ad alta velocità.
Il ragazzino sta ora sorridendo e indica lo spazio nero tra le girandole che scoppiettano e l'oscurità si allarga a dismisura fino a ricoprire il mondo intero e allora seppe che quello era il luogo dove stava andando…
Ishmael morì non appena sollevarono la barella.


(Traduzione di Roberto Fedeli.)


William Burroughs


         Precedente             Copertina