Maria la serva

Juan Gelman

 




Si chiamava Maria tutto il tempo dei suoi 17 anni,
era capace d'avere l'anima e sorridere con gli uccellini,
pero la cosa importante fu che nella valigia le fu trovato
un bambino morto, di tre giorni appena, avvolto nei giornali di casa.

Che maniere erano quelle di peccare di peccare
dicevano le signore abituate alla discrezione,
e sollevavano le ciglia in segno d'orrore
con un breve volo non sprovvisto d'incanto.

I signori subito meditarono sui pericoli
della prostituzione o della mancanza di prostituzione
ricordavano le loro prodezze con puttanelle e servette
e dicevano severi: certo cara certo.

Al commissariato furono decenti con Maria,
la brancicarono solo dal sergente in su,
pero Maria era impegnata a sognare,
gli uccellini le si cancellarono sotto la pioggia di lacrime.

C'era tanta gente disgustata con Maria
per come lei impachettava i risultati dell'amore,
e opinavano che la galera le avrebbe restituito la decenza
o almeno francamente l'avrebbe resa meno rozza.

Quella sera le signore e i signori si profumavano
con ardore
per il bambino che diceva la verità,
per il bambino che era puro,
per il bambino che era tenero,
per il buono, infine,
per tutti i bambini morti che si caricavano nelle valigie
dell'anima,
e iniziarono d'improvviso a puzzare
mentre la grande città chiudeva le finestre.

(Traduzione di Gregorio Carbonero)


In lingua originale:

Maria la sirveta


Se llamaba María todo el tiempo de sus 17 años,
era capaz de tener alma y sonreír con pajaritos,
pero lo importante fue que en la valija le encontraron
un niño muerto de tres días envuelto en diarios de la casa.

Qué manera era esa de pecar de pecar,
decían las señoras acostumbradas a la discreción
y en señal de horror levantaban las cejas
con un breve vuelo no desprovisto de encanto.

Los señores meditaron rápidamente sobre los peligros
de la prostitución o de la falta de prostitución,
rememoraban sus hazañas con chiruzas diversas
y decían severos: desde luego querida.

En la comisaría fueron decentes con ella,
sólo la manosearon de sargento para arriba,
pero María se ocupaba de soñar,
los pajaritos se le despintaron bajo la lluvia de lágrimas.

Había mucha gente desagradada con María
por su manera de empaquetar los resultados del amor
y opinaban que la cárcel le devolvería la decencia
o por lo menos francamente la haría menos bruta.

Aquella noche las señoras y señores se perfumaban
con ardor
pero el niño que decía la verdad,
por el niño que era puro,
por el que era tierno,
por el bueno, en fin,
por todos los niños muertos que cargaban en las valijas
del alma
y empezaron a heder súbitamente
mientras la gran ciudad cerraba sus ventanas.

 



Juan Gelman è nato nel 1930 a Buenos Aires, Argentina, terzo figlio di una coppia di immigranti ucraini. Dopo aver abbandonato gli studi universitari, si è dedicato completamente alla poesia, passando da un mestiere all'altro fino ad approdare al giornalismo. Nel 1975, a causa della sua militanza, dopo il colpo di Stato militare è stato costretto ad abbandonare l'Argentina, e si è rifugiato inizialmente a Roma, dove ha lavorato per l'agenzia di stampa Inter Press Service. Nel 1976 i militari argentini hanno sequestrato e assassinato barbaramente in un campo di prigionia suo figlio Marcelo Ariel, ventenne, e la giovane moglie; la loro figlia, nata nel campo di prigionia, verrà rintracciata soltanto nel 1999. Da quel momento Gelman è vissuto spostandosi tra Roma, Madrid, Managua, Parigi, New York e il Messico, lavorando come traduttore per l'Unesco. Nel 1988 ha potuto finalmente rientrare in Argentina dove ha ricevuto il premio Nacional de Poesia, la massima onorificenza da parte dello Stato, che gli ha assegnato anche una pensione vitalizia. Ma ha deciso di risiedere definitivamente in Messico, paese della moglie. Tra le sue opere, tradotte in molte lingue, si ricordano le più recenti: Composiciones (1983-1984) (1986), Dibaxu (1983-1985) (1994), Anunciaciones (1988), Interrupciones I, Libros de Tierra Firme/Ultimo Reino1 (1988), Interrupciones II, Carta a mi madre (1989), Salarios del impio (1984-1992) (1993), Incompletamente (1997), Ni el flaco perdón de Dios/Hijos de desaparecidos (1997), Valer la pena (2001).


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