UN TRIBUTO A GINSBERG

Kurt Vonnegut Jr


Vi scongiuro, che non muoia più nessuno!

Allen Ginsberg ed io siamo stati ammessi all’Istituto Americano di Arte e Lettere nel 1973. Un giornalista del “Newsweek” mi ha telefonato e mi ha domandato cosa pensassi sul fatto che due outsiders come noi fossero stati assorbiti dal sistema. Io ho risposto: “Se non siamo noi il sistema, allora non so chi lo sia”.

Allen fu presentato nominalmente come un poeta, ma in realtà è diventato mondialmente famoso per il sentimento radioso d’amore, e per l’innocenza della sua persona, dalla testa ai piedi.

Ad essere sinceri dobbiamo ammettere che la poesia più grande soddisfa pochi profondi appettiti nei tempi moderni. Ma la comparsa nel nostro mondo industrializzato di un uomo schietto, senza interessi politici, privo di agganci, che faceva del suo meglio per diventare sempre più saggio e sacro è stato tuttavia,per le nostre anime, un sorprendente ed anacronico banchetto.

Allen ed io c’eravamo incontrati in una cena a Cambridge, offerta dall’ Harvard Lampoon, nel 1970. Eravamo rimasti per mano tutta la serata.

Io era appena tornato dalla Nigeria del Sud, dove avevo assistito alla fine della Guerra civile. La parte sconfitta, i ribelli Ibos, sono rimasti isolati per più di un anno. La fame si è impadronita di tutti. Io sono stato lì con il mio amico romanziere Vance Bourjailly. Siamo arrivati con un aereo DC-3, soccorso della chiesa cattolica. In un attimo bambini affamati e supplicanti ci hanno circondati. Avevano le pancie gonfie e gli intestini esposti e rovesciati. I loro capelli erano diventati gialli, avevano piaghe infette, ed erano anche molto sporchi.

Noi avevamo paura di toccarli perché nella migliore delle ipotesi avremmo portato a casa qualche malattia. Ma Vance si vergognava della propria impressionabilità. Per questo ha detto che se Allen fosse stato insieme a noi non soltanto avrebbe abbracciato quei bambini ma si sarebbe inginocchiato per giocare con loro.

Io ho raccontato questa storia durante la cena di Lampoon, e poi ho detto direttamente ad Allen: “Noi non ci siamo mai incontrati prima, caro mio, ma tale è la tua reputazione.”



Traduzione di Julio Monteiro Martins



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