MICRO

Daniele Contavalli


Si vedono due uomini che stanno discutendo; sono dentro ad un grande plastico nelle vicinanze di Rimini, la grande maquettes riproduce l'Italia in dimensioni maggiorate: un plastico in scala dove i due sono posizionati con fogge da visitatori eruditi; vengono guardati sempre dal basso o con scorci che mostrano le città italiane, tutte riprodotte ai loro piedi, come giocattoli.
Uno dei due afferma di voler entrare dentro un grande museo e di rubare un importante dipinto; descrive al suo socio il modo con cui intende penetrare all'interno dell'edificio.
Dentro il grande plastico, viene resa evidente la città e il museo interessato.
La città è Modena.
I due lentamente cambiano scala di grandezza; durante la muta, si vede la toppa di una grande porta.
Mentre parlano, divengono man mano più piccoli, fino a introdursi dentro la fessura.
Durante l'ingresso nel vano della serratura, uno, con fare critico, fa presente all'altro alcuni insormontabili ostacoli.
Con una scorciatissima prospettiva, si vede il prezioso dipinto al di là della toppa, e i due mentre tentano disperatamente di passare; troppo tardi, stanno irrimediabilmente ridiventando in scala naturale. In questa fase della muta cambiano anche i vestiti, da eleganti e accurati capi di vestiario, si passa a fogge scomposte e disordinate.
Incastrati dentro quello spazio angusto, costretti in un ambito sempre più claustrofobico e sacrificato cominciano a perdere la testa, le facce si distorcono, i corpi sono l'uno nell'altro.
Cade un buio improvviso tra la dissolvenza e gli urli.
Adesso si vede il prezioso, fotografato e attaccato ad una parete.
I due stanno seduti l'uno di fronte all'altro, immobili, in una minuscola cella, con una faccia grigia, piena di terrore e sgomento; si fissano negli occhi; intorno, ovunque foto con città, quadri, musei, statue e piantine tappezzano le pareti.
I due reclusi, attoniti, si voltano verso la finestra in alto; ha la forma della fessura del vano della serratura; passa pochissima luce e, un occhio inquisitore, rapido e spietato, li esamina velocemente.



Daniele Contavalli č nato il 12 luglio 1964, a Siena. Risiede a Roma, dove svolge le sue attivitā e vive gran parte del tempo. Č un artista che lavora sull'immagine, che sia verificata come icona o parola non importa, ma che possa sostare sul fondo della coscienza di chi ascolta. Racconti e dipinti mirano a questo. Ha svolto regolari studi d'arte a Roma, negli anni 80. Esperienze di scrittura grazie all'incontro con Pietro Pedace, di sceneggiatura e regia attraverso seminari con Abbas Kiarostami, Sergio Donati e Silvano Agosti.




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