IL TRIDENTE TATUATO

Luís Fernando Veríssimo


Non si parlava d' altro, sulla spiaggia. Lui, un uomo maturo (o "marcio", come avrebbe detto la moglie al momento del divorzio), lei una bambina. Ma come avrebbe potuto resistere lui, se la prima cosa che la bambina gli chiese fu:

- Posso rovinare la tua vita?

Non "Vuoi stare con me?", "Ti va?" o "Scusi, signore, sa l'ora?" ma:


- Posso rovinare la tua vita?


Lui dovette pensarci molto prima di rispondere, quasi un minuto. Alla fine disse soltanto:

- Ma rovinare, come?

E lei:

- Sta a te decidere. Possiamo fermarci qui o andare avanti. Tu dì "no" ed io me ne vado; dì "sì" e ti rovino la vita.

Lui rise, cercando il tono giusto. Superiore, accondiscendente; tipo: "Cosa dici, ragazzina, potrei essere tuo padre". Ma suonò forzato. Quanto avrà avuto lei? Diciassette anni, forse meno. Portava un bikini di quelli appena allacciati sui fianchi.

- Ma "rovina", in che senso?

- Rovina totale. Scandalo. Tu te ne vai di casa e ce ne andiamo a vivere insieme. Dopo un mese o due probabilmente ti lascerò. E tu mi verrai dietro, che figuraccia…
Forse mi ammazzerai, addirittura. O io ammazzerò te. Ma pensa per un attimo che cosa sarebbero questi mesi …

Lui pensò di dire "Ma è uno scherzo?". Pensò di dire "Ti prego, non fare queste cose con un vecchio". Pensò di dire "Ma perché proprio io?" L' unica cosa a cui non pensò fu a dire "No" perché lei non se ne andasse via. Aveva gli occhi nocciola, coi riflessi verdi. Ma lei insistette:

- Allora?

- Quando si comincia?

- Quando vuoi. Per me, abbiamo già iniziato.


Iniziò nella sua macchina, quel pomeriggio stesso. Fu allora che lui notò quel piccolo tatuaggio che lei aveva nella parte interna della coscia. Un tridente. Chiese che cosa fosse. Lei rispose: "Noi ce l' abbiamo tutte". "Noi, chi?". Lei sorrise solamente.

- Ma "voi" siete un club? Una confraternita? Una setta?


Lei sorrideva soltanto.


- Ragazzine che rovinano vite, è così?

Lei si mise a ridere. Poi gli strinse la testa tra le gambe abbronzate.


Era impossibile essere discreti alle quattro, sulla spiaggia. Li videro.

Quella stessa notte sua moglie già lo sapeva. Il giorno dopo tutta la spiaggia lo sapeva. Fu lo scandalo della stagione. Tornarono in città. La moglie chiese subito il divorzio. Ma si era visto bene? Quella ragazzina avrebbe potuto essere sua figlia! Lui andò a vivere con la ragazzina. Durò poco più di un mese. Lasciò il lavoro, tutto. Quando non era con lei nell' appartamento gironzolava lì intorno per controllarla, pazzo dalla paura di essere tradito e sospettando persino dei ragazzi di Pizza Express. Alla fine lei dichiarò che l' avrebbe lasciato. Quando lui se ne rese conto, era per terra, aggrappato ai suoi piedi, implorandola perché non se ne andasse. Ma lei se ne andò, calpestandogli la testa prima di uscire.

Oggi lui è un relitto. Non lavora; beve; ha problemi circolatori ma non ha soldi per curarsi. Proprio un relitto, insomma. Era durata poco più di un mese. Ma che mese. Ogni tanto ci pensa e sorride al ricordo. Ma che mese. E a tutt'oggi lui non sa cosa significhi quel tridente tatuato che lei aveva nella parte interna della coscia e che tutte loro hanno.

 


(Traduzione di Julio Monteiro Martins insieme ai suoi studenti dell'Università di Pisa: Alessandro Alù, Eugenia Ciccarelli, Gherardo Giannarelli, Monica Lupetti, Katia Quaglierini e Cristiano Rocchetta)









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