Questa droga fa solo degli imbecilli arroganti


Virginie Despentes

Quando si arriva a Parigi dalla provincia e si è sempre frequentato persone ricche, la prima cosa che sciocca è che tutti hanno della cocaina; è la loro droga, è ovunque (…). Anche se non hai soldi, o non hai voglia di buttarli lì, puoi prenderla facilmente ogni volta che esci. E' una droga sociale da imbecilli, le persone sanno che crea un legame più rapidamente, quindi, se sono interessati ad averti nel mucchio, molto facilmente ottieni della droga(…). Ne ho presa un po' all'inizio, poi molta durante il film Baciami, per due anni, e di tutte le droghe che ho conosciuto, è di questa di cui ho il ricordo più brutto.
E' vero che all'inizio è spassoso, Baciami, non lo avremmo terminato senza coca, perché forse avremmo avuto più coscienza di tutto ciò che ci succedeva intorno, avremmo avuto delle sensibilità più normali (…). Questa aiuta ad andare avanti per tutta la notte. Ho scritto il mio romanzo Le cose belle in tre-quattro giorni sotto l'effetto della coca, perchè toglie tutti i freni. Dona una grande e rapida euforia; dopo, se ne deve prendere subito dell'altra e , nel giro di un attimo il cervello è disorientato (…).
Da due anni la cocaina si è sparsa ovunque, tra gli squat come tra gli xenofobi, come se nella testa delle persone fosse allo stesso livello delle canne e dell'alcool. Se voglio comprarla, lo posso fare in qualsiasi momento, in ogni modo. E' più facile da trovare dell'erba (…). Stessa cosa in provincia; prima non se ne prendeva molta, a Nancy o a Lione o a Rennes. Ora, quando ci vado, vedo che le persone ne prendono maledettamente tanta: professori, assistenti sociali, impiegati dell'ANPE (ufficio di collocamento), avvocati. Mi hanno detto che a Lione, si può trovare nei licei pubblici (…).
In certi ambienti, sono sicura che otto persone su dieci vanno avanti a cocaina, e sono plasmati dalla cocaina. Ma non lo diranno mai, perché così è la Francia. Siamo cattolici, si fanno delle cose ma tutto con lucidità (…). Un tipo come X…(Scrittore alla moda) non dirà mai chiaramente quanti soldi butta nella coca. Se le persone conoscessero il budget per la coca di certi privilegiati e lo comparassero con quello che guadagnano, farebbe loro capire quanto lo hanno preso nel didietro. X…spreca dieci stipendi al mese per la sua coca. Ma non lo dirà; io al mese metto 10.000 euro nella coca e vi frego tutti, nessuno può capirlo. Inoltre, in questo ambiente, si venera completamente la coca. Ma, non ho mai visto nessuno che sia diventato brillante per lunghi periodi. La cocaina crea solo degli imbecilli arroganti, ciarloni, molto sicuri di se stessi, aggressivi, paranoici, sicuramente non geniali (…).


E' una droga che ti include nella società, una droga dei Bianchi, molto marcata politicamente. Alla base, è la droga dei pubblicitari, dei fighetti, ne vanno pazzi. Non si deve andare a cercare più lontano, la gente dei pubs, della televisione, della stampa, del cinema, i politici prendono della coca, non è un caso (…). La cocaina , per sostenere la gente, è il massimo. Una volta che si è entrati nel mondo della cocaina, tutto quello che conta è comprarne nuovamente, quindi si sgobberà in qualsiasi condizione pur di farlo. Si pensa di meno, si sgobba di più, si ha bisogno di più soldi. Meno sonno, molto meno pensieri, e nessun margine di ribellione, non ci si può ribellare dal momento che ti servirà altra coca il giorno dopo. Inoltre la coca scompiglia le opinioni, quindi se il capo ha parlato si farà come lui ha detto, perché il giorno dopo comunque servirà della coca.
Delle persone che conoscevo e che apprezzavo non sono più gli stessi, sono cambiati. Vedo anche dei ragazzini di 16 anni che ci sono dentro, dei figli di papà (…). I casi più disperati che ho visto sono quelli di ragazzine che sono più difficili da gestire dei tipi stessi. Ci deve essere un qualcosa tra gli estrogeni e la coca, non vanno di pari passo. Le donne sono più vulnerabili perché fa dimagrire. Si dicono: se smetto, ingrasso di nuovo; primo evidente tranello (…). Personalmente, io non penso di esserne uscita, non sono più la stessa da un punto di vista emotivo. Qualcosa in me è cambiato, un equilibrio chimico è stato trasformato: crisi di pianto, nervosismo (…). Mi chiedo che discorsi saremo in grado di fare tra dieci anni, quando cominceremo a pagarne i danni. E non solo attacchi cardiaci in persone di soli 55 anni. Non si parla di tutte le cose sinistre che scaturirà. E' la droga del suicidio assoluto (…).
Con la polizia, il rischio non è grande, la coca è classificata come una droga dei Bianchi che lavorano sodo, un po' protetti. In ogni caso, ho vissuto in un mondo dove non c'è molta polizia. Da quando non frequento più gli Arabi, non l'ho più vista.




(Tratto dal giornale Le Monde, del 12 Aprile 2006. Traduzione di Samanta Catastini.)




Virginie Despentes è l'autrice di Baise-moi [Scopami, Einaudi editrice, 2005], Teenspirit e Le dotte puttane, Fannucci editrice, 1999.



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