VALERIO E LA PUTTANA

 

Sabrina Manca

 

Valerio di giorno è tranquillo. Se ne sta seduto sul pavimento e gioca con treni e palle colorate. Ogni tanto sorveglia la posizione di Elisabetta. Lei intuisce lo sguardo, si volta e sorride. Valerio riprende l' esplorazione. Afferra, tira, calcia, mette in bocca, cerca di rompere, strappare, sfilare, staccare, mordere. Poi lancia in alto e lontano. Tenta di mettersi in piedi e una volta in equilibrio corre a riprendere il gioco tormentato. Chiama Elisabetta - mamma - le mostra il treno e piange o ride. - Cattivo, mamma- urla, - bello - sospira. - Sì Valerio, no Valerio. Valerio hai fame? -, - Fame - mamma. Valerio di giorno è tranquillo ma quando arriva la sera ha paura. Durante una gita al mare ha visto la sua ombra, era talmente nitida che poteva distinguere i capelli mossi dal vento. -Un bimbo, mamma, un bimbo cattivo -. Gabriele ed Elisabetta hanno detto a Valerio che non deve temere, che tutti hanno un' ombra e che si vede solo col buio, ma Valerio ha paura. Perché è nera, perché non parla e lo segue sempre. - Omba - piagnucola Valerio guardandosi indietro, - omba cattiva -. Valerio non dorme sereno. Gabriele gli tiene le luci accese sino al mattino perché svegliandosi non incontri il buio. Passerà; Gabriele accarezza Valerio - papà è con te - sussurra.

Amina è stanca, ha caldo e sete. La sedia di plastica le irrita le gambe nude. Si alza ogni tanto e respira forte. Manda indietro le spalle, muove il collo a destra a sinistra, in alto e di lato. All' una i pini porteranno l' ombra e la sua posizione migliorerà. Manca solo mezz' ora ormai. Sempre che nel frattempo non arrivi un cliente.
A volte si annoia più di altre. Quando il vento allontana il rumore delle onde e l' odore dello Iodio Amina dimentica tutto. Il suo nome le sue ragioni e persino il corpo, svaniscono. Lo sguardo vaga vuoto attraverso i colori spessi e violenti della macchia mediterranea.
Il viaggio incorporeo non si arresta neanche davanti al rumore di un' auto e al volto di un uomo che la chiama attraverso il finestrino abbassato.
- Venti euro - ripete sonnambula.
Può recitare tutto il rosario delle possibili risposte senza atterrare, se è una buona giornata. - Conosco un posto -. - Faccio tutto -. -Con o senz a-. -Sono dolce -. -Molto povera -. - Ho bisogno di te -. -Grazie -.

Un' auto frena forte e si arresta nella piazzola. Si aprono entrambi gli sportelli. Un uomo e una donna si precipitano fuori. Amina li osserva muoversi concitati. L' uomo si leva la maglietta, la donna gli esamina il collo e le spalle. Con fatica un bambino si arrampica fuori dall' auto. La sta osservando. I loro sguardi s' incontrano. - Mamma - chiama. Amina gli sorride. Lo saluta con la mano e da lontano gli mostra alcuni cerchi luminescenti. Valerio sussurra -mamma -. Lento si avvicina, seguendo le traiettorie dei bracciali manovrati da Amina. Lei resta seduta e lo aspetta rassicurante. - Ciao - lo saluta. Valerio non risponde. La osserva dubbioso. - Come ti chiami? -, - Valeio - risponde educato.
Amina parla ancora ma sono parole senza suono. Valerio si avvicina ancora e la tocca. Le gambe nere sono calde e l' ombra dell' una comincia ad avvolgerla. - Mamma - ripete Valerio, sempre più forte. Elisabetta e Gabriele lo raggiungono, imbarazzati. - Mi scusi, il bambino l' ha disturbata? Che fai Valerio? Chi ti ha detto di uscire dall' auto? - , - mamma mamma mamma - continua Valerio.
Elisabetta ora lo ascolta. -Mamma, omba - e indica Amina - omba buoa -. Gabriele gli sorride -si Valerio, ombra buona -.

 



Sabrina Manca, 1970, ha vissuto in Sardegna sino al 2003 quando il desiderio di vedere il mondo da una differente prospettiva l'ha condotta a Londra dove ora vive e lavora come cuoco e farmacista. Ha scritto il suo primo diario a sei anni e da allora non ha mai smesso Ha lavorato come giornalista in televisione e sulla carta stampata ed ha partecipato a diversi laboratori e scuole di scrittura creativa.
Ha pubblicato finora alcune storie brevi su varie riviste letterarie.




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