È questo

Gabriela Fantato



Non ci sono volti, una matassa
di ginocchia e astucci dentro
le cartelle. Le strade lo sanno e si sono
predisposte al massacro
- lasciano che sia lento lo scivolare -
una frana a valle dove la cenere copre i resti
con la pietà di un dio grande.
È questo, questo è il brivido dei ragazzi
in bilico nella ruga precoce,
dentro un cielo sfilacciato.

Davanti a me la scriminatura segna
il cranio della donna, divide i capelli
in parti non uguali - sono fragili i capelli -
si vedono le ossa. La pelle e il bianco sotto
dove ognuno custodisce
una dedizione che non so.
È questa la radice dei nostri giorni,
fedeltà innata di chi cerca un piatto
perché sia casa e il davanzale
per metterci i gerani a primavera.

Un tanfo avvolge le piazze, entra
nei muri e scende sino al terzo livello
in verticale: sotto.
- Si muore bene, dici, coltivandosi con
attenzione - come un fiore piccolo nel suo vaso.
Questa, questa è la caduta, un balzo dentro
la specie che tiene tutti qui
- qui, buoni in fila - poi sarà il varco nelle cellule.
I conti tornano. Io tento le parole,
una radice nella testa.





Gabriela Fantato (Milano 1960) insegna Lettere in un Istituto Superiore di Milano. Suoi testi compaiono su molte riviste, antologie e siti letterari. Ha vinto premi poetici internazionali, tra cui l'"Eugenio Montale" (2004).Ha pubblicato le raccolte poetiche: Fugando (1996); Enigma (2000); Moltitudine (2001); Northern Geography, con traduzione inglese di E.Di Pasquale (2002), Il tempo dovuto (2005) e Forse una geometria (2005). I saggi critici: L'incontro con lo straniero, note su F. Romagnoli, A. Pozzi, D. Menicanti, C. Campo e M.L. Spaziani (Crocetti editore, 2000); Una geografia spirituale, la poesia di Cesare Pavese (Crocetti editore, 2002). Ha curato l'antologia di saggi critici Sotto la superficie, letture di poeti italiani contemporanei (1970-2004), (Bocca editore, 2004); il suo racconto "Il battito" è nell'antologia Canti di Venere (Borelli editore, 2005). Per il teatro ha scritto i libretti d'opera in versi: Messer Lievesogno e la Porta Chiusa (Teatro Comunale di Bologna, 1997); La bella Melusina (Teatro Quirino, Roma 1998); L'elefante di Annibale ( Auditorium di Milano, 2000); Salomè Saltatrix (Villa Reale, Monza, 1999); Enigma (Piccolo Teatro, Milano 2000); Ghost Cafè (Teatro Donizetti, Bergamo 2000). Dirige la rivista di poesia, arte e filosofia:"La Mosca di Milano" ed è nella redazione della rivista "La Clessidra".



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